Coronavirus, ipotesi da incubo: lockdown di due settimane!

Sono chiacchiere da retroscena per ora. Il premier, Giuseppe Conte, invita a limitare gli spostamenti. Fa capire che a breve non sono previste altre misure o nuovi Dpcm (dopo quello di domenica). Ma tutto dipenderà dai dati. Da quella curva dannata che rischia di rovinare tutto. Drink bevuti in strada dai più giovani e speranze di chi quei drink li vende, ogni santa notte, sulle strade delle nostre città. Non sono esclusi, dunque, nuovi interventi nelle prossime settimane se non caleranno i positivi. Come riporta il Messaggero le ipotesi sul campo sono queste: si va dalla chiusura anticipata degli esercizi pubblici, a un lockdown di qualche settimana su scala nazionale. Altro nodo, le scuole. C’è chi pensa al ricorso massiccio alla didattica a distanza a rotazione, quanto meno alle superiori e alle università.

Il ministero della Salute non si nasconde. E da giorni invoca con forza interventi più rigorosi. Si vedrà nel prossimo weekend, se i nervi resteranno altrettanto saldi. Ieri sono stati contati 15.199 positivi, 127 decessi e siamo arrivati a 926 pazienti in terapia intensiva. Una settimana fa erano stati 7.332, 43 i decessi e c’erano 539 pazienti in terapia intensiva. Numeri che si commentano da soli. Ma c’è un particolare che vale la pensa citare.
I tamponi eseguiti sono molti di più. In sintesi: ogni settimana i nuovi casi raddoppiano, significa a questo ritmo che martedì ci troveremo con 30mila nuovi positivi e almeno 1.200-1.300 pazienti in terapia intensiva.
Se le previsioni sono esatte, provvedimenti come il lockdown nazionale o la stretta di palestre e piscine potrebbero prenderebbero forza. In questa tempesta si aspettano le indicazioni del comitato tecnico scientifico. Gli scienziati vogliono un chiarimento anche con il premier Conte per definire meglio il loro ruolo. “Non sono ancora andate a regime le disposizioni varate tre giorni fa”, sostengono da Palazzo Chigi. Nel presentare le misure era stato lo stesso Conte domenica sera a parlare di una settimana prima di vedere i primi effetti delle restrizioni.
Fonte: ilGiornale